NARCISO





Narciso è una figura che ha superato la prova del tempo: ci appare sorprendentemente contemporanea, quasi un archetipo del presente. Colpisce che un giovane sconvolto dal proprio riflesso fino a consumarsi abbia assunto tanta importanza, ma quel mito nasce in un mondo povero d’immagini in cui riflettersi era un evento raro, quasi un’epifania. Oggi, invece, siamo altrove: specchiarsi è diventato un costume sociale, il selfie la sua grammatica e i social network ne premiano la diffusione. Per questo motivo il gesto di Narciso non basta più a spiegare il nostro rapporto con le immagini: ciò che un tempo era folgorazione, oggi è condizione ordinaria. La nostra epoca conosce l’immagine come continuità, replica, accumulo e così Narciso scivola dall’autocompiacimento alla ridondanza: il riflesso non è più specchio naturale, ma dispositivo che produce copie illimitate. Non si tratta più di riconoscersi, ma di restare immersi nella regola della moltiplicazione. È come se Eco, la ninfa condannata a ripetere l’ultima parola altrui e respinta da Narciso fino a diventare pura voce, si prendesse la rivincita: la ripetizione diventa nuova infrastruttura. Il Narciso moderno non celebra la propria bellezza, abita la proliferazione dei propri doppi. La sua essenza non è nell’originale, ma nel processo che lo replica. Le immagini non sono più rare, ma persistenti, e, sature, competono per durare e restare visibili. La mostra propone una via d’uscita: non eliminare le immagini, ma trasformare gli specchi in finestre, restituire all’immagine la sua vocazione a portarci fuori, all’esterno: verso un fatto, una persona, un’idea. L’immagine contemporanea non solo restituisce, ma anche produce, e quando ci fa girare in tondo, come Narciso sul bordo dell’acqua, forse è il momento di alzare gli occhi e tornare al mondo.
26/09/2025 - 26/10/2025 - A cura di Arte News Vicenza
Artisti: Amen - Betein - Pimals
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